Il suo nome viene dalla parola indica “Patchai ellai” che significa foglia verde, da un dialetto tipico del subcontinente indiano. In botanica è conosciuto come Pogostemon Patchouli della famiglia delle Labiateae, si coltiva nei climi caldi come l’India occidentale, Indonesia, Tailandia, filippine e in parte dell’Africa. Piccolo arbusto perenne raggiunge il metro di altezza e si utilizzano foglie e fiori.
La fama del patchouli si diffuse negli anni ’60 – ‘70 poiché era il simbolo di una generazione che andava verso l’oriente e credeva nell’ amore libero. Sembra che sia capace di aprire la mente verso ideali di lealtà e giustizia ma allo stesso tempo aiuti a rimanere con centrato a terra.
Questo ingrediente, che sta in un terzo dei profumi maschili attuali, svolge un azione importante per la salute infatti è un afrodisiaco, cicatrizzante e antirughe. Utile in caso di depressione, ansia e stress. E’ un antinfiammatorio utile contro la ritenzione idrica e la cellulite, ha una funzione astringente sul sistema circolatorio. Può essere utilizzato in caso di funghi nelle parti intime e nel mughetto, può essere applicato direttamente sulla pelle o disperso nell’ ambiente.
In oriente questa foglie vengono utilizzate per profumare la biancheria e allontanare gli insetti. E’ un naturale antiforfora, antisettico, diuretico, insetticida ed è adatto a curare le infiammazioni cutanee. In Cina Giappone e Malesia il Patchouli viene utilizzato per curare raffreddori, cefalee, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali e alitosi. In Giappone e Malesia serve anche come antidoto per i morsi del serpente.
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