Specie erbacea annuale, il Linum usatissimum è coltivato da lunghissimo tempo, soprattutto come coltura tessile ma non solo, i semi di lino infatti sono stati trovati nei sarcofagi egizi a testimonianza del loro utilizzo fin da quei tempi per le proprietà salutistiche.

Pianta originaria del medio-oriente, è diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo.

Esistono due specie coltivate di Lino: il Lino da fibra e quello da olio, quest’ultimo più basso e a fusto più spesso. Nella varietà da olio la droga è rappresentata dal seme, ricco di olio, proteine, carboidrati, mucillagini, resina, cera e acido prussico, ovvero un composto potenzialmente tossico ma in piccole quantità stimola la respirazione e aiuta la digestione.

I principi attivi del Lino gli conferiscono proprietà emollienti e lassative che vengono generalmente esercitate sul organismo per via interna utilizzando il seme intero o macinato. L’olio viene ottenuto attraverso la spremitura a freddo dei semi ed è ricchissimo di omega 3 e omega 6 utili per prevenire danni causati dal colesterolo; vitamina C, vitamina E e vitamine del gruppo B che aiutano la memoria. Inoltre la vitamina E insieme alla lecitina svolgono un’importante azione antiossidante.

Il Lino viene utilizzato anche per uso esterno per curare eczemi, foruncolosi, ustioni e infiammazioni.

Il Lino è celebrato nella tradizione popolare come antitumorale, caratteristica recentemente dimostrata per la presenza di Lignani.